L'insostenibile leggerezza dell'algoritmo

L'insostenibile leggerezza dell'algoritmo

Categoria: Tecnici e Musicisti

Data articolo o test: 01/01/2008
Tutti noi siamo a conoscenza dei benefici che tale formato ha introdotto in termini di diffusione delle opere di innumerevoli artisti: download legalillegali, lettori di dimensioni micro con una memoria macro… un nuovo slancio alla diffusione delle musiche di tutto il mondo industrializzato.
Questa è la propaganda.
Io vorrei però scrivervi della pratica, malsana, di credere a tutto ciò che “si propaganda”, dipingendo l’MP3 come LA PIU’ GROSSA TRUFFA DEGLI ULTIMI 50 ANNI !
(Motivi “tecnici”, “paradossal-economici”, “informatici”, “psicologici”)
Ci sono alcuni paradossi che mi permetteranno, in così poche righe, di definire l’argomento:
MOTIVI ECONOMICI:
Mentre la tecnologia degli studi viene bombardata da bit e oversampling… si è arrivati a considerare 24 bit@96 Khz come il requisito minimo per una registrazione multitraccia (in soldoni è un aumento dei costi), mentre il consumatore viene abituato a “fagocitare” files leggeri e liquidi… come se fosse una “dieta light”… … la musica al Kg… etc… In questo panorama confuso, i costruttori di lettori MP3 e i provider informatici, attraverso i quali “passano” tutti i download legalillegali, sono gli unici che traggono ricchezza. Per restare in un esempio gastronomico: da un lato ci insegnano ad apprezzare il gusto e la qualità delle mozzarelle di bufala di Mondragone (= un sogno che diventa realtà) e poi ce le propinano nei negozi liofilizzate e private del colore e del siero (= una realtà senza i motivi del sogno).
I PARADOSSI TECNOLOGICI:
Vi racconto un aneddoto: recentemente ho dovuto scegliere chi o cosa “far suonare” al mio matrimonio: per uno come me e col mio mestiere, può essere una scelta DIFFICILISSIMA… oltre al pericolo del “disco festa party”, all’acustica della sala, ai diffusori giusti… tutti i “DJ” interpellati, a titolo di credenziali, ponevano la quantità di brani contenuti nei propri portatili, piuttosto che la qualità o il tipo: 15.000 MP3, 25.000 MP3… niente più valigie di dischi o CD, niente puntine… niente di niente… REFUSED ! Personalmente, mi sono poi rivolto ad un DJ vero con vinili e cd audio (non compressi) adatti allo scopo, ed è stata una bella festa.
Il mercato ci sta illudendo sulle comodità di un formato leggero, ma vi chiedo: che differenza c’è tra un Hard-Disc da 100 Gb e uno da 1000 Gb in termini di peso ? NULLA. E tra una CPU in grado di leggere file compressi ed una in grado di leggere anche i non compressi ? Nessuna. Meditiamo, quindi, su un risparmio effimero e NON NECESSARIO in un’era in cui le memorie di massa sono economiche e la banda larga caratterizza i collegamenti internet.
La compressione dati nell’audio e una beffa, è la grande truffa del ROCK’N’ROLL.
MOTIVI PARADOSSAL-ECONOMICI:
Il messaggio musicale da riproduzione fonomeccanica, usualmente, segue un percorso: compositore – musicisti – fonico @ recording studio – stamperia - supporto fonografico – apparecchio di riproduzione. BENE ! La enorme quantità di informazioni culturali, acustiche ed emozionali implicate nel lungo e difficile viaggio fino all’orecchio, a malapena riesce a stare nel ristretto spazio di una conversione A/D con clock stabile. Devo ricordare che le tecniche di risparmio dati (MP3, ATRAC, etc…) sfruttano alcune delle (poche) certezze della psicoacustica per “tagliuzzare” qua e là frequenze da convertire e, quindi, dati. L’effetto di mascheramento è una della anomalìe percettive predilette dall’algoritmo di Huffman per scegliere cosa lasciare (15 parti su 100) e cosa gettare via (85 parti su 100).
La teoria, apparentemente, è infallibile: siccome l’orecchio umano, in presenza di due o più frequenze, tenderà a percepire soltanto le frequenze più intense, allora possiamo memorizzare soltanto queste ultime, lasciando integro il messaggio sonoro e musicale. WOW !!! Peccato, però, che il mascheramento non sia né lineare, né direttamente proporzionale ai dBu del contenuto spettrale.
Chiedo scusa se il concetto non fosse chiaro a qualcuno. I dBu sono misure di voltaggio “ottimizzate” per la percezione umana. I dBspl, invece, sono misure di pressione sonora reale che giunge al nostro orecchio. L’effetto di mascheramento non è una “anomalìa riproduttiva” della catena elettroacustica, ma una “anomalìa percettiva” del nostro apparato uditivo, perciò (come è noto agli studiosi), varierà al variare dell’SPL di OGNI singola frequenza. OK ?!? Benissimo. Allora… come può il mitico algoritmo di Huffman (Fraunhofer Institute) conoscere a priori la quantità di pressione sonora (e la qualità) con cui ascolteremo il file MP3 ? Come può esso depurare dalla codifica tutto ciò che non può essere udito, se l’inudibile dipende da una condizione IMPREVEDIBILE ? (continua…)

Marco Maffei



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